Anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari: ecco dove sono i centri di cura del SSN in tutta Italia

Anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari: ecco dove sono i centri di cura del SSN in tutta Italia

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Realizzato il primo censimento delle strutture in tutta Italia, consultabile online su una mappa dell’intero territorio nazionale

Con la sigla DCA vengono identificati i disturbi del comportamento alimentare, che comprendono anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating) e altre patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari, derivanti da una percezione alterata del proprio corpo e del proprio peso corporeo.

Casi in crescita e interventi multidisciplinari
La presa in carico di questi disturbi – che colpiscono in prevalenza le giovani ragazze, ma non solo, e che hanno visto una crescita importante nel periodo della pandemia da Covid – necessita di interventi precoci, specializzati e multidisciplinari di tipo medico, psicologico e nutrizionale poiché, se non trattate adeguatamente, queste patologie possono assumere un andamento cronico, con un aumento del rischio di danni permanenti a tutti gli organi che, nei casi più gravi, possono anche portare alla morte.

Considerata la natura dei disturbi, la presa in carico dei DCA che coinvolge varie figure professionali: soprattutto psicologi, psichiatri o neuropsichiatri infantili e dietisti, fino a fisioterapisti e operatori della riabilitazione motoria.

Il censimento delle strutture sanitarie dedicate
Per poter offrire alle persone che ne soffrono, ma anche alle famiglie e agli operatori sanitari informazioni sulle risorse che il Sistema Sanitario mette in campo per la cura dei disturbi alimentari, è stata realizzata dal Centro Nazionale Dipendenze e doping dell’ISS e Ministero della Salute una mappatura dei centri specializzati che erogano servizi ambulatoriali, residenziali e semi-residenziali appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale attualmente presenti in Italia che si occupano di persone con DCA. Va evidenziato che la registrazione dei servizi ha carattere volontario, pertanto quanto riportato potrebbe non essere esaustivo delle realtà territoriali.

Mappa consultabile online
La mappatura è il risultato del primo censimento in Italia di questo genere di servizi, frutto del progetto MA.NU.AL che il Ministero della Salute, nell’ambito delle Azioni Centrali del CCM, ha affidato al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, e ha reso possibile la messa in rete di una piattaforma online, interattiva e aggiornabile in tempo reale, dove sono censiti tutti i centri dedicati alla cura dei DCA, disturbi del comportamento alimentare. La mappa attualmente raccoglie le strutture appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale, e dal 2022 coinvolgerà anche quelle private accreditate.

Strutture e professionisti in Italia
Il censimento ha rilevato, al 31 dicembre 2021, 108 strutture dedicate su tutto il territorio nazionale (101 del SSN e 7 del privato accreditato): 55 centri al Nord (di cui 19 in Emilia Romagna), 18 al Centro Italia e 35 tra Sud e Isole. Vi lavorano 963 i professionisti formati e aggiornati:
–          psicologi (24%)
–          psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%)
–          infermieri (14%)
–          dietisti (11%)
–          educatori professionali (8%)
–          medici di area internistica e pediatri (5%)
–          medici specialisti in nutrizione clinica e scienza dell’alimentazione (5%)
–          tecnici della riabilitazione psichiatrica (3%)
–          assistenti sociali (2%)
–          fisioterapisti (1%)
–          operatori della riabilitazione motoria (1%).

Chi sono gli utenti e quali disturbi vengono trattati
Risultano in carico al 65% dei Centri censiti oltre 8.000 utenti: di questi, poco meno di tremila sono in carico da più di 5 anni, mentre nel solo 2020hanno effettuato una prima visita circa 4700 pazienti.
Il 90% dei pazienti è di genere femminile, rispetto al 10% di maschi.
La fascia di età più corposa è quella 13-25 anni, con il 59% di utenti, mentre il 6% ha meno di 12 anni.  Rispetto alle più frequenti diagnosi l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.
Lo strumento diagnostico più utilizzato è il DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali): 87%.
Cure e interventi
Per le persone con disturbi alimentari che vengono prese in carico, le strutture censite offrono dei percorsi che integrano vari interventi, ovvero: psicoterapeutico (100%), psicoeducativo (99%), nutrizionale (99%), farmacoterapico (99%), di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale (99%) e di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale (62%).
Gli interventi psicoterapeutici comprendono approcci individuali (98%), familiari (78%) e di gruppo (66%), spesso co-presenti.

I tipi di assistenza
I Centri rilevato dal censimento propongono percorsi terapeutici multimodali, e i livelli di assistenza sono:
– ambulatoriale di tipo specialistico (nel 92% delle strutture)
– intensivi ambulatoriali o semiresidenziali (62%),
– di riabilitazione intensiva residenziale (17%)

Accesso gratuito o con ticket
L’accesso presso i servizi dei centri censiti avviene solitamente in modalità diretta, su richiesta del paziente (83%). Le prestazioni vengono generalmente erogate dietro pagamento del ticket sanitario (78%) ma possono essere fornite anche gratuitamente (29%) o essere erogate in regime di intramoenia (9%).

Fonte: Disabili.com

19/05/2022