Barriere architettoniche, disabile vince il ricorso contro il Comune

Barriere architettoniche, disabile vince il ricorso contro il Comune

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TERRACINA. L’ordinanza del giudice è di qualche mese fa, ma il suo contenuto è quanto mai attuale visto che si parla di barriere architettoniche. Uffici, scalini e salite che per un cittadino costretto sulla sedia a rotelle diventano insormontabili, un ulteriore limite alla libertà di movimento già fortemente compromessa. Ne sa qualcosa Paolo Panico, 43enne di Terracina che dal 1995 non può più camminare a causa di una paralisi alle gambe. Lui non si è mai arreso e ha tentato in tutti i modi di condurre un’esistenza il più possibile indipendente, ma sono troppi gli ostacoli che incontra nella sua città. Per questo motivo, dopo aver tante volte segnalato il problema, nel 2014 decise di seguire la via legale chiedendo, assistito dall’avvocato Raffaella Auticchio, la condanna del Comune di Terracina alla rimozione delle barriere architettoniche che non gli permettevano di accedere negli uffici comunali, nel cimitero di via Anxur e nel sito del Tempio di Giove, oltre al risarcimento dei danni subiti. Lo scorso 26 maggio la Prima Sezione Civile del Tribunale di Latina ha accolto la domanda dichiarando «la natura discriminatoria del comportamento tenuto dal Comune di Terracina per il mancato abbattimento delle barriere architettoniche in favore dei disabili ai fini dell’accesso agli edifici pubblici». All’ente pubblico è stato ordinato di realizzare «entro quattro mesi dalla comunicazione delle presente ordinanza» percorsi adatti ai disabili in carrozzina affinché possano raggiungere gli edifici pubblici principali in modo autonomo senza l’aiuto di terze persone. E’ stato anche fissato un risarcimento a favore di Paolo Panico «considerato il protrarsi negli anni dell’impossibilità di accesso agli edifici pubblici». La causa era iniziata nel 2014 con un atto di citazione contro il Comune per discriminazione. L’ente si era costituito in giudizio contestando la fondatezza del ricorso, del quale chiedeva il rigetto. Non sono stati ritenuti soddisfacenti i vari progetti del Comune, predisposti ma non ancora esecutivi. Secondo la decisione del giudice, ogni cittadino disabile subisce una discriminazione indiretta e risulta svantaggiato. Io chiedo solo di sentirmi libero a casa mia commenta il protagonista di questa storia che ancora non è veramente finita visto che le barriere ci sono ancora.

Fonte: Il Messaggero.it

15/10/2020