Disabilità e COVID 19: cambiare rotta, fare meglio, fare presto! 6 Aprile 2020

Disabilità e COVID 19: cambiare rotta, fare meglio, fare presto! 6 Aprile 2020

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Il Governo sta per approvare nuove disposizioni a sostegno di un Paese già fortemente provato dall’emergenza COVID 19, dalla conseguente crisi economica e dall’enorme disagio sociale in evidente progressione.

Le persone con disabilità e le loro famiglie – esposte ai maggiori rischi sanitari e sociali – vivono questi momenti e le incertezze per il futuro con forte senso di preoccupazione ed ansia. I servizi spesso già di difficile fruizione, i sostegni già insufficienti, lo stato di povertà e il rischio di impoverimento che spesso accompagnano la disabilità sono condizioni su cui chiediamo un immediato intervento politico, organizzativo, finanziario.”

Così si esprime Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, commentando i più recenti fatti della cronaca, della politica e dei dibattiti parlamentari e ricordando le proposte presentate la scorsa settimana che vogliono sostenere caregiver familiari, persone che vivono sole o con un operatore, che intendono intervenire nei drammi che si stanno consumando nelle RSA…

Purtroppo però i più recenti provvedimenti, in particolare il decreto legge ‘Cura Italia’, oltre ad essere largamente insufficienti alla gravità della situazione in cui versano tantissime famiglie, persone con disabilità, anziani soli, sono in parte ancora lettera morta, in parte forieri di nuove disparità a cui ci auguriamo venga posto rimedio velocemente.”

Il Presidente FISH si riferisce in modo particolare all’articolo (il 26) del decreto “Cura Italia” che prevede che le assenze dei lavoratori con grave disabilità o con patologie che comportano immunodepressione, o esiti da patologie oncologiche, fino a fine aprile, siano equiparate a ricovero ospedaliero. “A oltre 15 giorni dall’entrata in vigore, quella disposizione è ancora inapplicata: i lavoratori con disabilità, le aziende, le amministrazioni, i medici sono stati abbandonati nel caos senza nessuna indicazione operativa se non un articolo di legge carico di ambiguità. Non si comprende quali siano le procedure, chi siano i medici autorizzati a rilasciare la certificazione, se questa debba essere presentata anche dalle persone con grave disabilità, se quel periodo di assenza incida o meno sul comporto… L’abbiamo chiesto in ogni dove, raccogliendo il silenzio dell’INPS, del Ministero della Salute, del Ministro della Pubblica Amministrazione e un sostanziale immobilismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il testo è talmente incerto che lo stesso Governo ne ha proposto un emendamento (troppo limitato) in sede di conversione in legge: il che significa vederlo forse applicato a maggio.”

Lettera morta, quindi. Ma non è tutto: “La scorsa settimana vi è stato un gran parlare dell’indennità straordinaria ai lavoratori autonomi (i c.d. 600 euro). Vi è stata una domanda talmente elevata da mandare in tilt anche i sistemi di INPS (peraltro con grossi problemi di accessibilità, come denunciato dall’Associazione “Coscioni”). Ebbene i lavoratori con disabilità che siano titolari di pensione di invalidità civile (290 euro al mese) nella circolare applicativa di INPS vengono di fatto esclusi da questo supporto straordinario. Ne abbiamo chiesto conto al Presidente di INPS, al Ministero del Lavoro, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, raccogliendo anche qui il silenzio.”

Conclude Falabella: “Se queste sono le premesse, ci attende un futuro tutt’altro che roseo. In questi giorni il Parlamento ha il compito di convertire in legge il decreto ‘Cura Italia’. Abbiamo proposto solidi investimenti per la disabilità e la non autosufficienza: ci auguriamo vi sia una convergenza bipartisan. Quanto al Governo, vi sono altre sfide per garantire la tenuta del Paese e per proteggere i più fragili. Ci vuole coraggio, determinazione, investimenti congruenti ed evitare quelle disparità del recente passato verso le persone con disabilità che abbiamo riscontrato e denunciato più volte quali ad esempio il reddito e la pensione di cittadinanza, strumenti che trattano meno favorevolmente le famiglie in cui sono presenti persone con disabilità rispetto agli altri. Cambiare rotta, fare meglio, fare presto!”