Disturbi dello spettro autistico: baby talk e corteccia cerebrale temporale

Disturbi dello spettro autistico: baby talk e corteccia cerebrale temporale

pubblicato in: NOTIZIE | 0

Disturbi dello spettro autistico: baby talk e corteccia cerebrale temporale

I bambini con disturbi dello spettro autistico sembrano meno responsivi al baby talk, ovvero il linguaggio usato dagli adulti che si relazionano ai bambini.

Un recentissimo studio rivela l’esistenza di una ridotta reattività della corteccia temporale superiore in alcuni bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, alterazione collegata all’incapacità dei bambini di rispondere al baby talk

Un recentissimo studio dell’Università della California di San Diego, apparso su Nature Human Behavior, rivela che esiste una ridotta reattività della corteccia temporale superiore in alcuni bambini affetti da disturbi dello spettro autistico (Xiao Y., Wen TH., Kupis L. et al., 2022). Questa alterazione cerebrale è collegata all’incapacità dei bambini con disturbi dello spettro autistico a rispondere al ‘maternese’, cioè al linguaggio semplificato ed affettuoso che gli adulti utilizzano quando si relazionano con i piccoli. Normalmente il linguaggio affettivo utilizzato con i bambini, detto anche motherese o baby talk, cattura l’attenzione dei fanciulli, favorisce lo sviluppo linguistico, emotivo e l’interazione sociale (Yoshi-Taka Matsuda, Kenichi Ueno, Kang Cheng et al.  2014).

Linguaggio e disturbi dello spettro autistico
La circonvoluzione temporale superiore è implicata in varie funzioni: nella percezione delle emozioni, in quella degli stimoli facciali, nell’elaborazione degli stimoli uditivi ed in certe funzioni del linguaggio. Insieme alla circonvoluzione temporale superiore, le aree anteriori e dorsali della corteccia del lobo temporale, sono state collegate alla capacità di elaborare informazioni derivanti dalle diverse e variabili caratteristiche di un volto (Bigler ED., Mortensen S., Neeleym ES etal. 2007).
I disturbi dello spettro autistico sono condizioni patologiche che si diversificano per tipologia e gravità. Gli individui che ne sono affetti presentano anomalie del linguaggio o assenza di esso, stereotipie e difficoltà nello stabilire normali relazioni sociali (Fontani S. 2014).
Uno dei primi segni che compare nei disturbi dello spettro autistico è una diminuzione delle interazioni tra il bambino e chi se ne prende cura ed una riduzione della risposta comportamentale agli input verbali (Longobardi E., Camillo E., De Lorenzo F. et al. 2012).

Uno studio su disturbi dello spettro autistico e baby talk
Lo studio dell’Università di San Diego, al quale ha partecipato anche l’Istituto Italiano di Tecnologia, ha utilizzato un campione di 71 bambini e 14 adulti. I ricercatori hanno combinato tecniche di imaging cerebrale, test clinici e monitoraggio oculare (Xiao Y., Wen TH., Kupis L.et al.2022).
Gli autori hanno organizzato e comparato i diversi dati. Sono così giunti alla conclusione che la scarsa risposta dei bambini con disturbi dello spettro autistico al baby talk compromette il normale sviluppo dei circuiti cerebrali della regione temporale. Questi circuiti, in situazioni normali, rispondono in maniera automatica al motherese. I ricercatori hanno inoltre rilevato che un piccolo gruppo di bambini, appartenenti al campione, rispondono al baby talk e mostrano un’alta attivazione cerebrale nella regione temporale. Tali dati suggeriscono che la stimolazione verbale dei bambini con disturbi dello spettro autistico può portare buoni risultati e che, quanto emerso dallo studio, potrebbe aprire la strada a nuovi interventi terapeutici.

Fonte: Stateofmind.it

22/02/2022