Durante e dopo di noi’, firmato il protocollo d’intesa tra Comune dell’Aquila e Asl

Durante e dopo di noi’, firmato il protocollo d’intesa tra Comune dell’Aquila e Asl

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E’ stato firmato ieri un protocollo d’intesa tra il Comune dell’Aquila e la Asl1 per la realizzazione del progetto ‘Durante e dopo di noi’, presentato in conferenza stampa dal sindaco Pierluigi Biondi, dall’assessore alle politiche sociali Francesco Cristiano Bignotti e dalla consigliera comunale Maria Luisa Ianni; in sala, il dirigente dell’azienda sanitaria Luigi Giacco e i referenti delle associazioni che si occupano di disabilità.
“Per la prima volta, il piano sociale distrettuale vede una vera integrazione socio-sanitaria – ha spiegato Bignotti – tra le prime azioni che abbiamo deciso di mettere in campo c’è il progetto sul ‘durante e dopo di noi’ per le disabilità gravi”. Il protocollo è “snello ma già operativo” ha aggiunto l’assessore; “prevede una fase di valutazione e acquisizione d’informazioni socio-sanitarie che consentano la creazione di un database condiviso, con l’utenza potenziale, la dotazione di immobili pubblici adeguati dedicati alle esigenze degli assistiti, la lista degli operatori, delle attrezzature, dei servizi e delle associazioni”. Non solo. Si lavorerà alla nascita di una “consulta comunale per la disabilità, strumento di partecipazione, confronto continuo e apertura alla città per l’inclusione e l’implementazione dei servizi socio-sanitari che verrà coordinata dalla consigliera delegata Maria Luisa Ianni”. E ancora, verrà adottata una “scheda budget di salute – ha proseguito Bignotti – con il percorso seguito da ogni utente, le sue esigenze, cosa mette a disposizione il Comune, cosa l’azienda sanitaria e cosa la famiglia: su parametri oggettivi, si seguirà, così, un approccio scientifico per garantire la dovuta assistenza razionalizzando i servizi”; infine, verrà implementato un sistema organico volto alla nascita del “turismo sociale” quale strumento di “accoglienza sul territorio di fasce deboli” e sistema virtuoso “per donare alle famiglie la possibilità di alleggerire i loro carichi assistenziali”.
E’ un modello che, se applicato ai diversi ambiti dell’amministrazione, “può portare risultati davvero positivi”, ha aggiunto il sindaco Pierluigi Biondi; “firmiamo l’accordo già approvato in Giunta, e ne sono felicissimo: una delle prime cartelline preparate sulla mia scrivania portava la dicitura ‘dopo di noi’”. Biondi ha raccontato dell’insistenza di Luigi Giacco che “venne a parlarmi della possibilità di ottenere finanziamenti, di una legge nazionale che deve trovare ancora piena attuazione. Così, iniziammo il confronto con le associazioni che ha portato il protocollo e, tra le altre cose, all’istituzione della figura del disability manager, un percorso importante: abbiamo approvato una prima delibera per strutturare la strategia, ora verrà declinata in varie forme. A breve partiremo con il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche e con una serie di interventi minori, eppure significativi, implementando una progettazione della città pubblica che segua criteri ancora più stringenti d’accessibilità”.
Un principio sacrosanto, ha aggiunto Biondi, “un elemento d’attenzione non accessorio ma dovuto: stiamo provando a rendere migliore la città. Citando Campanella, avremo una città del sole allorquando riusciremo a mettere in politica la stessa attenzione che mettete voi nella cura dei vostri ragazzi”, le parole del sindaco rivolto alle associazioni.
“Non posso che associarmi alle parole del sindaco e dell’assessore”, ha proseguito Maria Luisa Ianni; “ritengo che la firma sul protocollo e la nascita della consulta possa rappresentare il primo vero e concreto atto dell’amministrazione verso i disabili, in termini di cura e assistenza ma in un’ottica diversa, in una reale integrazione con il sociale, con la riabilitazione, con progetti realmente inclusivi. L’obiettivo è superare la logica medico prestazionale che, ancora oggi, riempie i nostri servizi”.
Parlando di ‘durante e dopo di noi’, un’ultima battuta sul progetto di via Antinori, l’innovativo intervento che era stato presentato alla città ad inizio di maggio scorso dagli assessori uscenti Emanuela Di Giovambattista e Maurizio Capri. Approvato in via preliminare dalla dirigente Enrica De Paulis, prevedeva la realizzazione di una struttura moderna, una sorta di ‘cubo’ nel cuore del centro storico, laddove – fino al 6 aprile 2009 – insistevano una palestra, al piano terra, e alcuni appartamenti al piano superiore, per accogliere cittadini con disabilità sensitive e motorie più lievi; al primo piano, erano state progettate 6 residenze, per 1 o 2 persone ciascuna, al piano terra, invece, un centro polivalente, aperto alla città, capace di ospitare attività culturali e ricreative, con un giardino per l’ortoterapia, un caffé letterario e uno spazio per eventi e incontri. Parliamo di uno dei pochi progetti in variante al piano di recupero, in controtendenza rispetto al com’era e dov’era che ha caratterizzato, in larga parte, la ricostruzione del centro storico dell’Aquila. Rappresenterebbe, altresì, un messaggio importante d’integrazione, un segnale di rinascita del centro storico che potrebbe passare, anche e soprattutto, da politiche di socialità e accoglienza. E poi, con la tecnologia messa a disposizione dai sottoservizi il disabile, ospite della struttura, avrebbe una sua autonomia, rendendo il progetto aquilano d’assoluta avanguardia in Italia. I fondi pure ci sarebbero: trattandosi di un edificio ‘misto’, a proprietà pubblica e privata, l’abbattimento e ricostruzione avverrà con risorse dello Stato e, in effetti, la struttura di via Antinori è inserita in uno degli elenchi d’ammissione a contributo; per la realizzazione del ‘cubo’, invece, sono disponibili 1milione e 200mila euro nella contabilità dell’Usra, stanziati allo scopo dalla Protezione civile nazionale: parliamo del residuo di un progetto ben più ampio che doveva realizzarsi a Pagliare di Sassa, laddove si vorrebbe ricostruire la scuola della frazione, e che prevedeva un investimento di 4.5milioni di euro, col coinvolgimento della Caritas, di Mediafriends e di Regione Abruzzo.
Ebbene, l’amministrazione comunale non ha ancora deciso se portare avanti il progetto o lasciarlo chiuso in un cassetto: “Non è accantonato – ha tagliato corto Bignotti – ma lo stiamo valutando”.
Fonte: news.town.it
13/04/2018