Gioco, sport e bambini con disabilita’: 17 comuni al lavoro

Gioco, sport e bambini con disabilita’: 17 comuni al lavoro

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Parte il progetto per sensibilizzare sull’inclusione di bambini e ragazzi con disabilità. Coinvolti 17 Comuni e 17 istituti scolastici, con 1.200 studenti. Le Sezioni UILDM e le amministrazioni locali individueranno poi 17 aree verdi e parchi da riqualificare, con l’installazione di giochi accessibili ai bambini con disabilità.

La scorsa primavera, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza pubblicò un report intitolato “Il diritto al gioco e allo sport dei bambini e dei ragazzi con disabilità”. Realizzato con ANCI su un campione di 173 Comuni, il report portò alla luce il fatto che solo il 27% dei Comuni coinvolge le famiglie di minorenni con disabilità nelle politiche di inclusione per ciò che riguarda il diritto al gioco e allo sport (il dato scende al 21% nei Comuni con meno di 10mila abitanti) e solo il 18% coinvolge i diretti interessati, i bambini e i ragazzi stessi.
Ciò che più mi colpì, in quel report, fu leggere che i ragazzini italiani non ricordano di aver mai giocato con un coetaneo con disabilità. La scuola italiana è una scuola inclusiva, per cui i nostri figli crescono in contatto con la disabilità, ma la disabilità resta tuttavia qualcosa di “separato”, tant’è che i ragazzi dicono di essere disponibili a trascorrere del tempo di gioco o di sport con i compagni con disabilità, ma con un adulto mediatore, come se giocare fra pari fosse impossibile e servisse un “esperto” “mediatore”. Perché – secondo i ragazzi – «i coetanei con disabilità hanno desideri e necessità completamente differenti e hanno sempre bisogno di un adulto che possa fare da mediatore tra bisogni e significati», dice il report dell’Agia: «la disabilità, in generale, è considerata una condizione talmente distante da loro da pensarla come un mondo a parte». Così in tanti non ricordano di aver mai fatto giochi insieme o attività sportive condivi se.

In questo panorama, si inserisce il nuovo progetto nazionale di UILDM, “A scuola di inclusione: giocando si impara”, che prevede la collaborazione e il lavoro in rete di una serie di soggetti attivi – tra cui le 66 Sezioni di UILDM – con 17 amministrazioni locali e gli studenti di 17 scuole sul territorio italiano. Obiettivo? Sensibilizzare le amministrazioni comunali e i loro istituti scolastici (per un totale di circa 1200 studenti) al tema dell’inclusione attraverso il gioco. «L’inclusione delle persone con disabilità è una questione ancora aperta. È importante partire dalle nuove generazioni per lanciare il nostro messaggio e costruire insieme un futuro dove c’è spazio per tutti. Il fatto che la disabilità venga vista come una ricchezza e non come un ostacolo può realizzarsi solo se fin da piccoli i nostri bambini vengono abituati a giocare, e quindi costruire relazioni, con altri bambini che hanno una disabilità. Da adulti non saranno né stupiti né spaventa ti nel vedere una persona in carrozzina, farà parte del loro presente, sarà normale», commenta Marco Rasconi, presidente nazionale UILDM.

Il fatto che la disabilità venga vista come una ricchezza e non come un ostacolo può realizzarsi solo se fin da piccoli i nostri bambini vengono abituati a giocare, e quindi costruire relazioni, con altri bambini che hanno una disabilità. Da adulti non saranno né stupiti né spaventati nel vedere una persona in carrozzina, farà parte del loro presente, sarà normale

In Italia si stima che siano circa 4 milioni e 360 mila le persone che hanno una disabilità, il 7,2% della popolazione. Il MIUR rileva che nell’anno scolastico 2017/18 gli studenti con disabilità che vengono supportati nella didattica da un insegnante per il sostegno sono 272.167 (il 3,1 % degli iscritti). In Italia non esiste una normativa sulle attrezzature ludiche e negli oltre 8.000 comuni italiani esistono solo poco più di 430 parchi o aree verdi che prevedano al loro interno almeno una giostra accessibile, poco più del 5% del totale italiano. Il progetto UILDM si svilupperà in cinque fasi e durerà complessivamente 18 mesi. Accanto ai percorsi di sensibilizzazione, ci sarà l’installazione di giochi accessibili in aree verdi e parchi nazionali. Il progetto “A scuola di inclusione: giocando si impara” ha vinto la seconda edizione del “bando unico” previsto dalla riforma del Terzo settore, emesso nel novembre 2018 e finanziato dal Ministero del lavoro e delle pol itiche sociali.

Il progetto intende promuovere e favorire la socializzazione di bambini e ragazzi con disabilità, al fine di ridurre ineguaglianze e discriminazioni, e contribuire a rendere più fruibili e accessibili i luoghi pubblici a tutti. Domenica 20 ottobre a Salzano (Venezia) il progetto ha visto il debutto: nell’ambito della storica manifestazione ludica e sportiva “Scarrossando”(nata per promuovere la cultura dell’inclusione e l’abbattimento della barriere architettoniche), la sezione locale della UILDM ha organizzato una conferenza stampa per presentare alla cittadinanza il progetto. Sabato 9 novembre alle ore 12.30, in occasione dei 50 anni di attività, la Sezione UILDM di Genova terrà un seminario nella sala Chierici della Biblioteca Comunale Berio. Conclude la Sezione UILDM di Arzano (Napoli) che a fine novembre ha in calendario due appuntamenti in due scuole di Scampia per presentare il progetto.

In questa prima fase, attraverso i tre seminari, il progetto verrà presentato a livello locale alle Sezioni UILDM con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e degli istituti comprensivi locali. La seconda fase prevede la realizzazione di attività di sensibilizzazione sul tema della disabilità negli istituti scolastici che partecipano al progetto. Successivamente le Sezioni UILDM e le amministrazioni locali individueranno 17 aree verdi e parchi da riqualificare con l’installazione di giochi accessibili ai bambini con disabilità. La quarta fase del progetto prevede l’organizzazione di eventi pubblici che vedranno la partecipazione dei “Ladri di carrozzelle”, gruppo musicale composto da membri con diversi tipi di disabilità, sia psichica che fisica, e delle scuole coinvolte nella seconda fase. Al termine sarà avviata un’attività di valutazione dell’impatto del progetto sul territorio. Si tratta di un elemento di particolare novità perché permetterà di ori entare sempre più le scelte verso i reali bisogni dei soggetti che hanno interagito con il progetto.

di Marco Rasconi

Fonte: Vita.it

22/10/2019