Pandemia e isolamento sociale: quale impatto hanno avuto sulla salute fisica e mentale della popolazione anziana? Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2021/11/covid-anziani-isolamento/

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L’isolamento causato dal Covid-19 ha avuto effetti sulla salute fisica e mentale degli anziani, ma alcuni accorgimenti possono aiutare a preservarla

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS; Fonte: Health Emergency Dashboard) aggiornati al mese di luglio 2021 contano oramai quasi 190 milioni di casi dall’inizio della pandemia e più di 4 milioni di morti in tutto il mondo. La prevalenza nella comunità è comunque in parte incerta a causa dei molti casi asintomatici, ma tutti i gruppi anagrafici sembrano essere stati ugualmente colpiti.

La popolazione anziana tuttavia, è a maggior rischio di andare incontro ad esiti negativi, i quali possono portare a un tasso elevato di mortalità, che è stato visto essere cinque volte superiore alla media globale per le persone di età superiore agli 80 anni (World Health Organisation, 2020).

Oltre il 95% dei decessi dovuti a COVID-19 in Europa e circa l’80% in Cina hanno incluso persone di età superiore ai 60 anni (Zazhi, 2020). Negli Stati Uniti, l’80% dei decessi sono stati tra gli adulti di età pari o superiore a 65 anni.

Le diverse strategie messe in atto dai Governi (come le misure di quarantena e il distanziamento sociale) sono state e sono ancora molto importanti per evitare la diffusione del coronavirus e per la salvaguardia della salute della popolazione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tuttavia più volte evidenziato come ci sia una stretta relazione tra il livello di partecipazione sociale nella comunità e le funzioni fisiche e mentali.

Per partecipazione sociale si intende la partecipazione attiva dei soggetti alle attività religiose, culturali, politiche, sportive e di volontariato della propria comunità. Vari studi hanno sottolineato gli effetti protettivi della partecipazione alle attività sociali, sulla salute della popolazione più anziana, considerata uno stimolo per aumentare il livello di attività fisica e le funzioni cognitive (Douglas, Georgiou, & Westbrook, 2017; Sepúlveda-Loyola, Ganz, Maciel, et al., 2020).

La partecipazione sociale è stata associata ad una migliore qualità della vita, ad una maggiore massa muscolare, a delle migliori funzioni cognitive e ad un livello inferiore di comorbidità e disabilità nella popolazione anziana (Douglas et al., 2017; Smith, Banting, Eime, Sullivan, & Uffelen, 2017).

Durante la pandemia, molte strutture e organizzazioni comunitarie sono state chiuse come misura preventiva; molte persone anziane sono state costrette per lungo tempo a non ricevere più visite dai loro familiari, conseguentemente la partecipazione sociale è stata drasticamente ridotta e in molti casi annullata. Possiamo quindi ipotizzare come la diminuzione dell’interazione sociale prodotta dal distanziamento sociale abbia potuto causare un impatto negativo sulla salute mentale e fisica delle persone anziane.

Nella popolazione anziana l’attività fisica ha un impatto positivo sulla salute e sulla qualità della vita, riducendo il rischio di decadimento fisico e cognitivo, il rischio di cadute, fratture, depressione e di sindromi geriatriche, di ospedalizzazione e conseguentemente di mortalità (Ozemek, Lavie, & Rognmo, 2019). Le ricerche, condotte durante precedenti quarantene, hanno documentato non solo gli effetti dell’isolamento sulla salute fisica della popolazione anziana, ma anche le conseguenze sulla salute mentale, come il maggior rischio di depressione, disturbi emotivi, stress e insonnia (Lee, Chan, Chau, Kwok, & Kleinman, 2005), fattori che sono stati associati a percentuali di suicidi più elevati tra la popolazione più anziana (Yip, Cheung,  Chau, & Law, 2010).

Tuttavia, gli effetti della quarantena causata dal COVID-19 sulla salute della popolazione anziana non sono stati ancora documentati.

Stando queste precedenti considerazioni una recente review (Sepùlveda-Loyola, Rodrìguez-Sánchez, Pérez-Rodríguez, Ganz, Torralba, Oliveira, & Rodríguez-Mañas, 2020) ha approfondito e analizzato questi temi:

  • gli effetti potenziali dell’isolamento sociale causato dalla pandemia da COVID-19 sulla salute fisica e mentale nella popolazione anziana
  • le raccomandazioni e le attività consigliate da svolgere a casa, per contrastare il declino cognitivo e funzionale.

I ricercatori hanno incluso nella review 41 articoli, pubblicati tra il 2019 e maggio 2020. Gli articoli selezionati dovevano includere soggetti di ricerca con più di 60 anni. Per quanto riguarda le linee guida e le raccomandazioni gli autori hanno selezionato quelle provenienti da diverse organizzazioni internazionali che si occupano di salute mentale e attività fisica.

Covid-19 e popolazione anziana: i risultati
La salute mentale

I dati emersi dalle ricerche condotte hanno evidenziato un effetto negativo generale sulla salute mentale della popolazione anziana durante il periodo di isolamento sociale dovuto al COVID-19.

Questo effetto si declina innanzitutto con livelli più alti di ansia, depressione e una qualità del sonno peggiore.  La prevalenza di ansia e depressione varia tra i diversi studi, con tassi di prevalenza che vanno dall’8,3%  al 49,7% per l’ansia e dal 14,6% al 47,2% per la depressione. Alcuni studi hanno evidenziato anche vari potenziali fattori di rischio associati a questi risultati:

  • il sesso femminile (Mazza, Ricci, Biondi, S. , et al., 2020);
  • avere una percezione negativa della propria età (Losada-Baltar, Jimenez-Gonzalo, Gallego-Alberto, Pedrosos-Chaparro, Fernades-Pires, & Marquez-Gonzáles,2020);
  • l’essere un operatore sanitario ( Huang & Zhao, 2020),
  • avere scarse risorse personali e familiari (Losada-Baltar et al., 2020),
  • la quantità di tempo dedicata alle ricerca di notizie e informazioni sul COVID-19 (Losada-Baltar et al., 2020);
  • e l’avere un conoscente o un familiare ammalato di COVID-19 o una storia pregressa di problemi di salute (Mazza, et al., 2020).

Il distanziamento sociale dovuto alla pandemia potrebbe condurre a conseguenze negative per la salute della popolazione anziana. Questo effetto sulla salute fisica è stato studiato in particolare da due ricerche (Castañeda-babarro, 2020 ; Goethals, Barth, Guyot, Hupin, Celarier & Bongue, 2020) dove è emerso che esso è dovuto alla diminuzione dei livelli di attività fisica a causa dalle restrizioni imposte. Il numero di anziani che frequentano programmi di attività fisica di gruppo e l’attività fisica in generale, come il tempo dedicato alle passeggiate, sono fortemente diminuiti durante il confinamento.

La partecipazione sociale ha molti effetti positivi. Le ricerche hanno dimostrato infatti che gli anziani che partecipano con costanza alle attività sociali hanno più forza muscolare, un apparato polmonare e respiratorio più sano, minori infiammazioni croniche  e disabilità rispetto a quelli che non vi partecipano (Tomioka, Kurumatani, & Hosoi, 2017).

Per tal ragione, la partecipazione alle attività di gruppo è un’importante componente per un sano invecchiamento. Le ricerche evidenziano come la relazione tra l’interazione sociale e la salute fisica operi lungo vie differenti. Ad esempio, la partecipazione alle attività sociali è in grado di stimolare i sistemi muscolo scheletrico, cardiovascolare, respiratorio e nervoso attraverso l’attività fisica e l’interazione sociale (Fernandez-Alonso, Muñoz-García, & La Touche, 2016). L’attività fisica genera benefici sulla salute fisica stimolando la contrazione muscolare, il dispendio energetico, diminuendo il sistema infiammatorio e lo stress ossidativo e riducendo la prevalenza di vari disturbi cronici e di sindromi geriatriche (Jiménez-Pavón, Carbonerll-Baeza, & Lavie , 2020)

Dai risultati in letteratura emergono le seguenti raccomandazioni e linee guida per preservare il più pos

Raccomandazioni per la salute mentale e fisica della popolazione anziana durante la quarantena

sibile la salute mentale e fisica della popolazione anziana:

  • Rafforzare le connessioni sociali, utilizzando ad esempio video chiamate, applicazioni telefoniche o attraverso la partecipazione a gruppi di supporto telefonici;
  • Adoperare delle modificare al proprio stile di vita (applicando delle routine quotidiane, regolarizzando i ritmi sonno-veglia, le abitudini alimentari e l’attività fisica);
  • Impiegare tecniche di rilassamento (la respirazione diaframmatica o il rilassamento muscolare);
  • Non tralasciare la stimolazione cognitiva (impiegando esercizi di stimolazione mentale mediante anche l’utilizzo di applicazioni ad hoc, soprattutto per quei soggetti già affetti da deterioramento cognitivo).

caregivers possono avere un ruolo cruciale nel promuovere il benessere fisico e mentale dei soggetti più anziani. Per ridurre gli stati di ansia e la sensazione di essere “poco utile”, viene molto raccomandato, a prescindere dal quadro cognitivo del soggetto, di far partecipare l’anziano ad adeguate attività quotidiane, (Chinese Society of Geriatric Psychiatry, 2020). L’esposizione ai media deve essere regolata evitando il rischio che i soggetti anziani possano eccederne o reperire informazioni da fonti non ufficiali. Spiegare le notizie provenienti dai media in modo chiaro e accompagnare le informazioni con delle illustrazioni può essere molto utile, specialmente in quella fascia della popolazione affetta da decadimento cognitivo.

Per aumentare la resilienza della popolazione più anziana è fondamentale una giusta combinazione tra educazione alla salute e counselling psicologico. Rinforzare il concetto di come la quarantena sia di aiuto per la loro e altrui sicurezza, adottare un linguaggio inclusivo quando si fa loro riferimento, valorizzando anche il loro contributo, sono elementi utili per raggiungere questo obiettivo. È importante anche garantire agli anziani continuità nei controlli medici e nelle terapie: aiutarli ad avere accesso alla telemedicina con consulti medici on line ad esempio, è fortemente raccomandato (DiGiovanni, G, Mousaw, K, Lloyd T, et al., 2020).

Come abbiamo sottolineato, il distanziamento sociale ha fortemente ridotto il livello di attività fisica con un impatto negativo sulla salute fisica. A tal proposito, nella review, sono state prese in considerazione le indicazioni di otto organizzazioni mondiali (American College of Sports Medicine (ACSM), American Heart Association (AHA), American Physical Therapy Association (APTA), International Association of Physical Therapists working with Older People (IPTOP), World Health Organization (WHO), World Confederation for Physical Therapy (WCPT) e l’International Network of Physiotherapy Regulatory Authorities (INPTRA) le quali raccomandano tutte l’incremento dei livelli di attività fisica.

In particolare vengono raccomandati: 150-300 minuti a settimana di attività fisica aerobica di moderata intensità e due sessioni a settimana di allenamento per la forza muscolare; circuiti misti di esercizi cardio e di potenziamento da eseguire a casa; esercizi di coordinazione e di mobilità. Anche in questi casi è fondamentale il supporto e la supervisione dei caregivers, e possono essere impiegate proficuamente anche applicazioni telefoniche o piattaforme digitali.

Fonte: stateofmind.it

09/11/2021