Scuola e disabilità. Le famiglie segnalano: in Lazio già siamo al cambio dei docenti di sostegno

Scuola e disabilità. Le famiglie segnalano: in Lazio già siamo al cambio dei docenti di sostegno

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A poche settimane dall’inizio della scuola alcune famiglie segnalano che sono già stati cambiati gli insegnanti di sostegno dei loro figli: “L’aspetto umano è secondario, deve prevalere la burocrazia, in fin dei conti i nostri figli sono solo disabili! Che tristezza infinita, questa è la storia e questa è la nostra vita”

Raccogliamo la segnalazione proveniente dal Consiglio direttivo e Genitori aderenti alla Rete SupeRare, che riportano di cambi degli insegnanti di sostegno assegnati ai figli dopo poche settimane di scuola, da parte dell’ufficio scolastico regionale del Lazio.

Inizia così la loro testimonianza: “La scuola si è aperta da diversi giorni, le elezioni sono passate, le sanificazioni sono state fatte, tutti oggi sono tornati in classe e nulla è cambiato; nel Lazio, l’ufficio scolastico regionale, sesto ambito territoriale di Roma, con Prot. N.0030166 del 23/09/2022 ha disposto i primi cambi di docenti di sostegno perché diverse assegnazioni dell’ufficio scolastico territoriale erano sbagliate.
Docenti saliti in cattedra che improvvisamente vengono assegnati altrove e costretti a cambiare scuola per un mero errore formale, discenti con disabilità già dinanzi ad un cambio sostegno assegnato … Come nulla fosse!!! Sarà l’ennesimo che cambia e l’ultimo dell’anno? Chissà…”

Le famiglie sottolineano quanto queste gestioni burocratiche ricadano sul diritto allo studio di alunni e studenti con disabilità, per i quali significa ogni volta ripartire da capo, nella costruzione di una relazione tanto complessa quanto importante: “Le segreterie delle scuole impegnate a trovare una copertura e l’amarezza che resta….in fin dei conti i nostri figli hanno bisogno di qualcuno che “copra” le loro ore a scuola, si cerca un centrino per coprire quel mobile che subirebbe eccessivamente l’esposizione alla polvere, ma di quella bambina o di quel bambino, nel frattempo cosa ne sarà?
Il tutto accade come nulla fosse ed in barba a quel descritto modello di didattica inclusiva orientato al pieno sviluppo formativo di tutto il gruppo classe. Cosa proverà quel discente, già pesantemente colpito dalla vita, nel dover ricostruire una nuova relazione con l’ennesima figura? L’aspetto umano è secondario, deve prevalere la burocrazia, in fin dei conti i nostri figli sono solo disabili!”

“Che tristezza infinita, questa è la storia e questa è la nostra vita” – chiudono con estrema amarezza questi genitori, che però non arretrano di un centimetro per rivendicare i diritti dei loro figli, aggiungendo: “Una cosa però vogliamo continuare a dirla, e lo faremo finché avremo un briciolo di fiato in gola: per noi genitori i nostri figli non sono mobili o oggetti da coprire, sono persone e come tali vanno tutelati e rispettati, hanno, come tutti, diritto ad un’istruzione e quei docenti non sono pedine della dama da spostare a piacimento.

Infine, un appello “a chi ci governerà affinché prenda in carico, con serietà e rispetto, la scuola e le difficoltà che ogni giorno ci troviamo a vivere, ricordando sempre che la scuola è il presente dei nostri figli ma anche il futuro di una nazione!”

Fonte: Disabili.com

01/10/2022