Servizio civile e disabilita’, un binomio possibile e prezioso

Servizio civile e disabilita’, un binomio possibile e prezioso

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Volontariato e servizio civile sono due attività in cui le persone con disabilità sono spesso coinvolte: ma sono sopratutto le associazioni ad offrire progetti e strutture adeguati. Da due anni, il bando prevede progetti con “misure aggiuntive”: tra queste, la disabilità.

ROMA. “Mia figlia, con Sindrome di Down, è stata esclusa dalla possibilità di svolgere il servizio civile”: la denuncia ci arriva in redazione, recapitata da una mamma, Bernadetta Manna. “Aveva inoltrato regolare domanda per il servizio civile alla Pro loco del piccolo paese in cui viviamo – racconta – Il responsabile della Pro loco locale è stato estremamente disponibile e collaborativo. Posti previsti: 5. Domande presentate: 6. Mia figlia ha partecipato alla formazione prevista, poi l’ho accompagnata a sostenere la prova selettiva in una città delle Marche distante due ore di strada. Gli esaminatori erano spiazzati, disorientati. Risultato: è stata esclusa. Personalmente, non credo che fosse meno capace di altri ad usare il computer e svolgere le mansioni previste”.

Ma il servizio civile è per tutti, o solo per qualcuno?
Di fatto, è per tutti: non è in alcun modo esclusa la possibilità di partecipare al bando per chi abbia una disabilità, sia essa fisica, sensoriale o intellettiva. Non solo: da due anni, il bando nazionale prevede le cosiddette “misure aggiuntive”, introdotte dal decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40. Tali misure sono di due tipi: primo, un periodo di servizio in un Paese dell’Unione Europea, pari a 1, 2 o 3 mesi o in alternativa periodo di tutoraggio finalizzato a facilitare l’accesso al mercato del lavoro dei volontari, pari a 1, 2 o 3 mesi; secondo, “modalità e strumenti per favorire la partecipazione ai progetti di servizio civile universale di giovani con minori opportunità”. Tra questi, evidentemente, i giovani con disabilità. Concretamente, questo significa che gli enti e le associazioni possono presentare anche progetti “speciali”, come quelli riservati appunto a ragazzi e ragazze con disabilità. Quest’anno, sono stati 167 i progetti presentati al Dipartimento ch e prevedono misure aggiuntive, coinvolgendo in tutto 2.196 operatori volontari.

Uildm, dal servizio civile alla presidenza.
Non soltanto, dunque, il servizio civile è un’opportunità possibile e aperta ai ragazzi con disabilità, ma da due anni esistono progetti destinati specificatamente a loro. Ce lo conferma Max Guitarrini, direttore dell’area Servizi Integrazione Sociale della Uildm. “La nostra associazione è stata fondata da una persona con disabilità, per cui per noi è prassi normale avere collegi e volontari con disabilità. E da tempo accogliamo nei nostri progetti di servizio civile persone con disabilità, per lo più motoria ma in alcuni casi anche cognitiva. Sempre queste persone hanno svolto il loro servizio al pari degli altri, offrendo il loro contributo per le mansioni che potevano riuscire a compiere. Lo facevamo ben prima che si introducessero le quote riservate, dette misure aggiuntive, nel bando nazionale. Naturalmente, con l’introduzione di queste, dallo scorso anno, ci è venuto spontaneo scegliere come ‘misura aggiuntiva’ la disabilità. Ma ci risulta che, a Roma, solo un’alt ra associazione abbia indicato questa misura”. Non è però questione di discriminazione, secondo Guitarrini: “Bisogna considerare piuttosto che non tutte le aziende hanno struttura e progetti adeguati a operatori con disabilità. E poi non conosciamo i numeri dei ragazzi disabili che stanno svolgendo o hanno svolto servizio civile, al di fuori delle quote riservate. Le nostre sezioni, da parte loro, hanno quasi sempre dato la possibilità alle persone con disabilità di fare servizio civile, trovando mansioni adeguate alle loro capacità e funzionalità con ottimi risultati. Un ragazzo che ha iniziato con il servizio civile in Uildm, è oggi presidente della sezione di Venezia: segno di quanto sia prezioso, questo percorso, per chi ha una disabilità. In passato abbiamo inviato anche volontari con disabilità all’estero, per fare volontariato europeo: non sono numeri enormi, ma è un’esperienza che esiste. Per noi, in quanto associazione di persone con disabilità, la partecipazione e è fondamentale. E il servizio civile è una freccia in più nel nostro arco”.

Simone “non prende neanche la 104”.
Lo dimostra anche l’esperienza di Simone, in servizio civile presso la sede di Empoli dell’Anpas. Emma è la sua Olp, che sta per “operatore locale di progetto” e lo segue fin dall’inizio di questa esperienza, che si concluderà a gennaio. “Simone ha partecipato alla selezione per il progetto che riguarda i donatori di sangue. Il suo è un lavoro che si svolge prevalentemente al computer e al telefono: chiama i donatori, inserisce i dati, prende le prenotazioni. Nonostante i suoi problemi nell’uso delle mani, riesce a fare tutto da solo e in completa autonomia – assicura Emma – Quando ha bisogno di essere aiutato, c’è sempre qualcuno disponibile. Si trova bene con gli altri volontari e intorno a lui si è creata una bella forma di solidarietà. E’ presente tutti i giorni: ha diritto a dei permessi per la 104, ma non li vuole mai usare”. Simone ha seguito anche il corso di formazione: “otto ore al giorno, pensavo fosse troppo impegnativo per lui, invece è stato sempre presente. All’inizio si faceva accompagnare dal fratello, soprattutto per farsi aiutare negli spostamenti e nelle necessità personali. Ma poi ha fatto subito amicizia e ha continuato a venire da solo. Anche oggi è a un corso, a Firenze, per imparare a scrivere un curriculum. E ci è andato da solo”. Simone terminerà il suo servizio il 14 gennaio: “Sono convinta che questa esperienza lo aiuterà anche a trovare un lavoro e spero tanto che ci riesca. Anche in questo senso, il servizio civile è una grande opportunità. E poi, così come il volontariato, sopratutto per i giovani adulti con disabilità è un’occasione e una ragione per uscire di casa e inserirsi in un contesto sociale, rendendosi utili al prossimo. Qui in associazione c’è sempre qualcosa da fare per tutti”, assicura Emma.

Fonte: Redattore Sociale

26/10/2019